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Behind Moonflower. Interazione tra luce e forma.

Interviste

2 marzo 2016

Behind Moonflower. Interazione tra luce e forma.

Moonflower è stato per noi un incrocio di competenze oltre che di luci e forme. Abbiamo chiesto anche a Colin Johnson di raccontare la sua visione del progetto.

Moonflower, la parete modulare Linea Light Group, è il risultato di un’originale lavoro sinergico tra arte, luce e tecnologia.

Tutto nasce a Londra dove la nostra filiale UK è riuscita a scovare, tra la fucina di creativi del Regno Unito, una figura come quella di Colin Johnson. Non un semplice product designer, ma un ceramista. Le sapienti mani di Colin hanno dato vita alla prima piastrella di Moonflower, realizzata ovviamente in ceramica.

L’inusuale figura di Colin si è poi fusa con l’esperienza dei nostri uffici tecnici che innanzitutto hanno cercato di rendere reale l’idea di luce che aveva in mente il designer, studiando un modulo LED RGB (cambio colori) che potesse essere gestito con protocollo dmx creando effetti dinamici e colorati. Successivamente ci si è occupati di trovare la giusta struttura per un prodotto che doveva essere pratico, flessibile e sopratutto leggero. Ecco quindi che la ceramica diventa ABS, un materiale più adatto ad un LED wall modulare, scenografico e dinamico nel suo utilizzo.

Moonflower è stato per noi un incrocio di competenze oltre che di luci e forme. Abbiamo chiesto anche a Colin Johnson di raccontare la sua visione del progetto.

Come definiresti il lighting design? Qual è la relazione (secondo te) tra luce e ceramica?

Secondo me, lighting design significa illuminare uno spazio o una struttura per aumentare quello spazio e/o creare una risposta emotiva nello spazio. L’argilla è un mezzo tattile, quindi è quasi impossibile non portare qualche tipo di emozione nel processo creativo, che mi auguro sia evidente nel pezzo finale. Ci sono diverse argille che posso utilizzare, che possono portare a particolari consistenze, densità e finiture per la creazione di una nuova forma. Mi piace utilizzare la porcellana, per la qualità traslucida che da alle forme che creo. Altre argille mi permettono di creare forme architettoniche più forti, che hanno dato vita ad interessanti strutture all’interno delle quali può avvenire un’interazione tra luce e forma.

Cosa ti ha ispirato a creare Moonflower? Cosa significa e cosa rappresenta per te?

Ho voluto creare un pezzo in cui ci fosse interazione tra luce e forma, dove la luce cambia il modo in cui percepiamo la forma e dove la forma fornisce una narrazione in cui può avvenire la danza della luce. Moooflower per me rappresenta un senso di pace e meraviglia. Luci e colori si muovono e cambiano intorno alla forma, possiamo vedere fiori, foglie, maschere e volti emergere e scomparire in una sequenza.

In che contesto o luogo si dovrebbe vedere Moonflower?

Il moonflower quando è spento, alla luce del giorno è una matrice molto forte e interessante di forme, ma è visto in condizioni di scarsa luce che mostra il meglio di sé. Si tratta di un pezzo di conversazione, e lo vedrei bene in un hotel lounges, in un club o in un ristorante; in particolare quelli in cui l’illuminazione da tavolo viene utilizzata in modo da non rovinare la vista della città di notte. Camere da letto, saloni e corridoi ospedalieri e reparti possono essere notevolmente arricchiti da questi pannelli mediativi e calmanti.

Come vedi il futuro del settore dell’illuminazione e della cultura della luce?

Questo è un momento emozionante per l’industria dell’illuminazione, in particolare con l’avanzare di controlli elettronici e di led programmabili. Ciò significa che le strutture e gli spazi possono essere illuminati in un modo che era impensabile 20 anni fa. Anziché una lighting un lighting designer venga consultato una volta che l’edificio è stato progettato, credo che un lighting designer dovrebbe essere consultato più che mai nella fasi precedenti ed essere in grado di influenzare la forma di alcuni elementi del disegno.

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